Roberto Herlitzka ha lavorato con Gian Maria Volonté in due occasioni. Entrambe nel 1961 per la Compagnia degli Artisti Associati di Garrani – Salerno – Sbragia. La prima nello spettacolo Sacco e Vanzetti di Mino Roli e Luciano Vincenzoni, la seconda in Quarta era di Gian Domenico Giagni e Giancarlo Sbragia.
Dopo aver rincorso Paolo Taviani per un paio di mesi fui sorpreso dalla sua telefonata mentre mi trovavo nel camerino di un grande magazzino. Decidemmo di risentirci nel pomeriggio, non prima di esserci fatti una grossa risata.
A fine autunno del 1964 Gian Maria Volonté tornò a condurre da regista il Teatro Scelta per rappresentare Il Vicario riadattato dall’amico Carlo Cecchi. L’editore Giangiacomo Feltrinelli, che aveva pubblicato l’opera in Italia, acconsentì alla trasposizione, consapevole che l’evento avrebbe fatto scalpore.
Il manifesto originale della prima rappresentazione.
Gian Maria Volonté scoprì la passione per la barca a vela nell’estate del 1968. Non tutti sanno infatti che oltre che un grandissimo attore fu anche un abile velista. Nella sua barca più amata Gian Maria fece incidere un verso di Paul Valéry: «Le vent se lève… il faut tenter de vivre».
Dicembre 1977 – Mar dei Caraibi – Foto di Haim Burstin
Gian Maria Volonté era reduce dal trionfo al botteghino di Per un pugno di dollariquando nell’estate del 1965 ricevette un’offerta insolita. Mario Cecchi Gori lo voleva al fianco di Vittorio Gassman nella commedia L’armata Brancaleone. Dopo aver letto la sceneggiatura, scritta in un italiano maccheronico da Mario Monicelli insieme ad Age e Scarpelli, il produttore si era immaginato il film come un western in cui la presenza di Volonté avrebbe potuto attrarre spettatori.
Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto di Elio Petri venne proiettato per la prima volta a Milano il 12 febbraio 1970. Due mesi prima una bomba era esplosa nella Banca Nazionale dell’Agricoltura di piazza Fontana provocando diciassette morti e ottantotto feriti, una tragedia mai completamente chiarita alla quale si aggiunse pochi giorni dopo quella di Giuseppe Pinelli, morto innocente nella questura di Milano. Fu inevitabile che la situazione contingente influenzasse la visione del film.
Nel gennaio 1964 Gian Maria Volonté costituì una compagnia di teatro militante con Carlo Cecchi, Claudio Meldolesi, Carla Gravina e altri amici, molti dei quali provenienti dall’Accademia. Insieme presero parte a una serie d’incontri nell’appartamento dell’intellettuale Franco Prattico e di sua moglie, la pittrice e coreografa Elvira De Luca. Prattico, all’epoca scrittore e cronista a «l’Unità», contribuì dal punto di vista ideologico e letterario collaborando alla stesura di un manifesto chiamato Teatro Scelta.
Io e la mia famiglia abbiamo trascorso una giornata ad Aliano nel maggio del 2017 sulle tracce di Cristo si è fermato a Eboli. Al nostro arrivo ci sembrò che in paese non ci fosse nessuno all’infuori dei pochi turisti e di alcuni anziani seduti ai tavolini del bar. C’era silenzio, ed era quello che speravamo di trovare. Ero reduce dal traffico di Napoli, da neopatentato avevo sfidato il caos del lungomare e ne ero uscito vittorioso salvando la preziosa vernice dell’auto a noleggio.