Roberto Herlitzka ha lavorato con Gian Maria Volonté in due occasioni. Entrambe nel 1961 per la Compagnia degli Artisti Associati di Garrani – Salerno – Sbragia. La prima nello spettacolo Sacco e Vanzetti di Mino Roli e Luciano Vincenzoni, la seconda in Quarta era di Gian Domenico Giagni e Giancarlo Sbragia.
L’intervista a Roberto Herlitzka
In Sacco e Vanzetti mi chiamarono per sostituire un collega al quale era stata assegnata una piccola parte, quella del casellante. Gian Maria Volonté interpretava Nicola Sacco, Ivo Garrani era Bartolomeo Vanzetti, mentre Enrico Maria Salerno il procuratore Katzmann. Partecipare, anche se in ruolo secondario, mi diede modo di constatare l’enorme successo che lo spettacolo stava ottenendo, e in qualche modo ebbi la possibilità di goderne anche io.
Quarta era
In Quarta era invece mi assegnarono un ruolo più articolato e interessante, quello di uno giovane scienziato. Enrico Maria Salerno (Professor J. Robert Oppheneimer), Ivo Garrani (generale Groves) e Gian Maria Volonté (colonnello Lansdale) erano i tre protagonisti. Lo spettacolo non ebbe il successo del precedente per quanto il testo fosse molto bello. Facendo parte della stessa compagnia facemmo vita comune, ma essendo tra me e gli altri una certa differenza di età non legai con nessuno di loro; io del resto ero appena uscito dall’Accademia. L’unica cosa che posso raccontare è che, siccome Salerno era molto abile a fare degli scherzi durante le prove, anche Volonté di tanto in tanto provava a fare lo stesso, solo che mentre Salerno riusciva a rimanere impassibile, Volonté immancabilmente finiva per ridere prima del tempo.
Volonté secondo Roberto Herlitzka
Volonté era un attore meraviglioso, riusciva a trasformarsi, riusciva ad adattare il suo fisico e a diventare il personaggio che interpretava. Aveva una capacità di metamorfosi straordinaria, poi badava molto a come parlare, cosa che gli attori oggi praticamente hanno dimenticato. Lui trovava sempre un modo di esprimersi per un certo personaggio. Era veramente un attore incredibile, soprattutto al cinema, anche perché in teatro non l’ho visto in altre occasioni.
Orazio Costa, il maestro di Volonté e di Roberto Herlitzka
In Accademia abbiamo seguito entrambi i corsi di Orazio Costa. Per me è stato il mio primo e unico vero grande maestro, quindi il fatto che anche per Volonté lo sia stato mi fa riconoscere che Costa in effetti era in grado di essere capito da qualunque tipo di attore proprio perché il suo insegnamento era assoluto, non era relativo, ed è una cosa che mi fa molto piacere. È probabile che Volonté abbia tenuto conto delle lezioni di Costa quando si trasformava.
[Intervista di Mirko Capozzoli a Roberto Herlitzka, 6 aprile 2017]