La maestrina dalla penna rossa

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La maestrina dalla penna rossa

 

Ma ce n’è un’altra che mi piace pure; la maestrina della prima inferiore numero 3, quella giovane col viso color di rosa, che ha due belle pozzette nelle guancie, e porta una gran penna rossa sul cappellino e una crocetta di vetro giallo appesa al colloÈ sempre allegra, tien la classe allegra, sorride sempre, grida sempre con la sua voce argentina che par che canti, picchiando la bacchetta sul tavolino e battendo le mani per impor silenzio; poi quando escono, corre come una bambina dietro all’uno e all’altro, per rimetterli in fila; e a questo tira su il bavero, a quell’altro abbottona il cappotto perché non infreddino, li segue fin nella strada perché non s’accapiglino, supplica i parenti che non li castighino a casa, porta delle pastiglie a quei che han la tosse, impresta il suo manicotto a quelli che han freddo; ed è tormentata continuamente dai più piccoli che le fanno carezze e le chiedon dei baci, tirandola pel velo e per la mantiglia; ma essa li lascia fare e li bacia tutti, ridendo, e ogni giorno ritorna a casa arruffata e sgolata, tutta ansante e tutta contenta, con le sue belle pozzette e la sua penna rossa. È anche maestra di disegno delle ragazze, e mantiene col proprio lavoro sua madre e un fratello. [Edmondo De Amicis, Cuore, Fratelli Treves, Milano, 1886]

Eugenia Barruero

La maestrina dalla penna rossa, che in verità rossa non era, ma marrone, era tirocinante alla scuola Moncenisio di via Cittadella a Torino. Tra i suoi allievi c’era Ugo, il secondogenito di Edmondo De Amicis.  Lo scrittore le dedica poche righe ma quanto basta a renderla immortale. Eugenia Barruero aveva 26 anni quando nel 1886 la casa editrice Treves pubblica Cuore.  Divenuta a tutti gli effetti maestra si trasferì a Volpiano dove insegnò quasi fino alla pensione.

Cuore al cinema

Oggi Cuore è un libro considerato fuori moda,  almeno quanto un telefonino di prima generazione, eppure il ricordo della maestrina ha resistito al tempo. Il merito va attribuito anche alle trasposizioni per il piccolo e grande schermo. Nel 1984 Luigi Comencini affidò la parte della maestra a Giuliana De Sio, mentre nel 2001 nella fiction Mediaset il ruolo fu assegnato all’ex miss Italia Anna Valle. Nel 1948 la stessa Eugenia Barruero, quasi novantenne, andò a Cinecittà per partecipare alla versione del regista Duilio Coletti.  I bimbi delle scuole romane l’accolsero alla stazione Termini con tutti gli onori al grido «Viva la maestrina dalla penna rossa», regalandole mazzi di fiori e quaderni di poesie. Nel film Vittorio De Sica interpreta il maestro Perboni mentre Maria Mercader veste i pani della maestrina, i due attori si erano conosciuti in un altro set nel 1942 ed era nata una relazione. Nella pellicola di Coletti, gli sceneggiatori, tra cui lo stesso De Sica, si presero la licenza di costruire una storia d’amore tra i due protagonisti.

Quando le si è fatto incontro Vittorio De Sica la maestrina lo ha accolto con un bel sorriso, «Tanto, tanto piacere – gli ha detto – È proprio come in cinema. Forse è più ingrassato da quando andavo a vederlo». De Sica storce la bocca. Dirgli che è ingrassato è il peggior complimento che gli si possa fare.[1]Ugo Zatterin, È arrivata a Roma la maestrina di “Cuore”, «La Stampa»  , 11 novembre 1947

Fine di un’epoca

La maestrina muore il 13 aprile 1957, a quasi novantotto anni.  Non si era mai sposata, per anni era stata l’unico sostegno della madre e del fratello. Viveva con un’anziana nipote in un piccolo alloggio di largo Montebello 38 a Torino. Il corteo funebre si incamminò sotto il sole primaverile tra due schiere di bambini verso la chiesa S. Giulia dove le scuole torinesi gli resero l’ultimo omaggio. Tra le mani le fu intrecciata una penna rossa. Resta una targa a ricordarla: «In questa casa visse…».

 

References

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1 Ugo Zatterin, È arrivata a Roma la maestrina di “Cuore”, «La Stampa»  , 11 novembre 1947

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