Gian Maria Volonté nasce a Milano ma trascorre i primi vent’anni della sua vita a Torino, e torinese si sentirà sempre.
Non è un caso dunque che la biografia “Gian Maria Volonté” sia nata in quella che è anche la mia città, passeggiando tra le strade che videro Volonté bambino, e poi giovane e inesperto attore. In questa pagina riporto in breve la sua vita, per quelli che vorranno approfondire rimando al mio libro edito da add editore nel 2018.
Carla Gravina nasce a Gemona del Friuli il 5 agosto del 1941. Trascorre l’infanzia in Friuli, prima di trasferirsi a Roma all’età di dodici anni. Tre anni più tardi esordisce in Guendalina di Alberto Lattuada. Nello spazio di pochissimi anni diventa una delle attrici più promettenti del cinema italiano lavorando per Alessandro Blasetti, Mario Monicelli, Mario Soldati, Carlo Lizzani, Mario Camerini e Luigi Comencini. Il 5 luglio del 1960 debutta in teatro con Romeo e Giuliettadi Franco Enriquez.
Nel novembre del 1957, durante una delle repliche teatrali della Fedra al Sant’Erasmo di Milano, Gian Maria Volonté conobbe Tiziana Mischi, un’attrice di vent’anni che aveva appena finito la scuola del Piccolo Teatro. Fra i due nacque subito una forte complicità e iniziarono una relazione che portò i due al matrimonio.
Gian Maria Volonté, neo consigliere regionale del PCI, eletto alle elezioni del giugno del 1975, racconta dalle pagine dell’Unità la nascita di un vasto movimento popolare a Primavalle e a Trastevere per l’istituzione di centri culturali polivalenti.
Il 10 giugno del 1963 Carla Gravina, Ilaria Occhini, Corrado Pani, Luca Ronconi e Gian Maria Volonté annunciarono la costituzione di una compagnia di prosa. Nelle prime intenzioni di quelli che la stampa definì i Nuovi Giovani c’era l’obiettivo di valorizzare i commediografi italiani. La compagnia cominciò, dentro un piccolo teatro romano, le prove di due commedie di Carlo Goldoni: La putta onorata e La buona moglie, fuse insieme in un unico spettacolo.
Il Teatro di strada vive a Roma da tre anni. E’ nato come necessità di portare il teatro politico nelle strade e nelle piazze e in tutti quei luoghi dove è presente il conflitto tra capitale e lavoro. Sono stati fatti da tre anni a questa parte trentadue interventi. I più clamorosi: alla Stazione Termini, sul problema dell’Apollon, davanti alla Rinascente sul consumismo, nel 1968; a Trastevere sul problema degli sfratti, nel 1969; e davanti al Parlamento sull’invasione della Cambogia nel 1970. Più volte è intervenuta la polizia per bloccare l’azione teatrale.
Roberto Herlitzka ha lavorato con Gian Maria Volonté in due occasioni. Entrambe nel 1961 per la Compagnia degli Artisti Associati di Garrani – Salerno – Sbragia. La prima nello spettacolo Sacco e Vanzetti di Mino Roli e Luciano Vincenzoni, la seconda in Quarta era di Gian Domenico Giagni e Giancarlo Sbragia.
Dopo aver rincorso Paolo Taviani per un paio di mesi fui sorpreso dalla sua telefonata mentre mi trovavo nel camerino di un grande magazzino. Decidemmo di risentirci nel pomeriggio, non prima di esserci fatti una grossa risata.
A fine autunno del 1964 Gian Maria Volonté tornò a condurre da regista il Teatro Scelta per rappresentare Il Vicario riadattato dall’amico Carlo Cecchi. L’editore Giangiacomo Feltrinelli, che aveva pubblicato l’opera in Italia, acconsentì alla trasposizione, consapevole che l’evento avrebbe fatto scalpore.