L’amicizia tra Albertino Bonvicini e Giuliano Ferrara a una prima lettura potrebbe apparire sorprendente ma incontrando Giuliano Ferrara nel suo ufficio sul Lungotevere romano è stato per me facile comprendere quanto il loro legame sia stato intenso e sincero. Albertino, ragazzo continuamente in fuga da un destino che pareva rincorrerlo, aveva incontrato una figura paterna e rassicurante.
La Torino degli anni Settanta
Ferrara e Albertino si erano incrociati negli anni Settanta a Torino. Ferrara era stato figura di spicco del PCI torinese, ricoprendo diverse cariche, tra cui quella di consigliere comunale comunista fino al 1982. Albertino dopo un’infanzia di abbandono tra orfanotrofi e ospedali psichiatrici, era stato uno dei protagonisti del Settantasette torinese. Tra i fondatori del circolo del sottoproletariato giovanile Barabba era stato coinvolto nel tragico episodio del bar Angelo Azzurro.
Dalla politica alle redazioni
Dopo la collaborazione con il settimanale L’Espresso e il quotidiano Corriere della Sera, Ferrara entrò nella redazione di Reporter. Questo giornale d’inchiesta era stato fondato nel 1985 da alcuni giornalisti ex militanti di Lotta Continua, tra cui Adriano Sofri, Toni Capuozzo, Enrico Deaglio e Giampiero Mughini. Qui Albertino e Ferrara si ritrovarono dopo anni trascorsi su opposte barricate.
Giuliano Ferrara e Albertino in Tv
Dopo la chiusura del giornale la collaborazione tra i due continuò nella seconda metà degli anni Ottanta, prima con Linea rovente su Rai 3 e poi con Il testimone su Rai 2. Linea rovente costruiva il programma intorno all’ospite protagonista che in veste d’imputato veniva processato e infine giudicato dai telespettatori. Il testimone verrà ricordato per aver documentato la vicenda giudiziaria di Enzo Tortora che qui fece il suo ultimo intervento pubblico prima di morire.
L’intervista a Giuliano Ferrara, è stata registrata il 30 novembre 2009 nel periodo in cui il giornalista era direttore del quotidiano “Il Foglio”.